di Domenico Beccaria

Mai banale, sempre una battuta ironica, a volte graffiante, altre disarmante, sovente ricca di doppi sensi

Linus, il celeberrimo personaggio dei fumetti di Charles M. Schulz, il cui tratto saliente era la saggezza, ma anche ingenuità, supportava la sua timidezza ed introversione con l’inseparabile coperta, che scaldava il suo cuore e gli dava il coraggio di affrontare la vita in cui tutti gli altri personaggi dei Peanuts in qualche modo cercano di sopraffarlo, annullarlo, accantonarlo.

Ermanno Eandi al posto della coperta aveva il suo leggio, a sorreggere i fogli su cui aveva trasferito in poesie la sua sensibilità compressa da un mondo forse troppo greve per lui. E quel leggio sorreggeva anche la sua voglia di vivere e di ritagliarsi il suo spazio in un universo così variegato, ma anche così difficile, come quello granata, in cui sentiva di poter aggiungere il tocco delicato dei suoi sentimenti a renderlo più lieve, più umano.

Il Toro è una Fede, si sa, e come tutte le fedi può essere vissuta con sfumature diverse.

Anche nel nostro Museo, in cui virgilianamente “cantiamo gli Eroi e le loro armi”, c’è traccia di lui e delle sue parole, della sua arte, racchiuse in poesie che sottolineano alcuni momenti gloriosi della Leggenda Granata, incastonate, quali preziose gemme, qua e là nel percorso espositivo.

Mai banale, sempre una battuta ironica, a volte graffiante, altre disarmante, sovente ricca di doppi sensi. Quello che mi colpì di lui fu la sua calligrafia, semplice, quasi elementare, a denotare un carattere fanciullesco, nella migliore accezione del termine, ovvero quella in cui alla fanciullezza viene associata la semplicità e la purezza d’animo.

La vita non era stata particolarmente gentile nei suoi confronti, ma lui aveva sempre reagito alle difficoltà con quello spirito tra il rassegnato ed il combattivo, tipico di noi granata, avvezzi ai rovesci della sorte, cui reagire senza spezzarsi.

Un altro di noi che se n’è andato a raggiungere i nostri Eroi Immortali, cui potrà declamare di persona le liriche che aveva dedicato loro.

Buona trasferta, Poeta.

Fonte Torino Oggi

 

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